LEGGE N° 4 DEL 2013 E PROFESSIONE DI
NATUROPATA: ASPETTI LEGALI
Legge n°
4 del 2013 e professione di naturopata: aspetti legali.
Chiariamo i dubbi e sveliamo la speculazione di alcune scuole e associazioni di naturopatia.
(Fonte UNIPSI
naturopatiatorino.org)
Poiché la legge numero quattro del 2013 sulle
professioni non organizzate in Albi è stata sfruttata da scuole e organizzazioni di vario tipo per scopi strettamente di interesse economico personale (la frequenza a una scuola e l’adesione vita
natural durante a una associazione di naturopatia garantiscono enormi profitti) e non certo a tutela dei cittadini, chiariamo i principali dubbi che possono sorgere a seguito della lettura della
pubblicità della maggior parte delle scuole di associazioni e federazioni di naturopati.
1. La legge n° 4 del 2013 prevede la possibilità di inserimento in un elenco predisposto dal
Ministero dello Sviluppo economico di associazioni professionali. L’inserimento di un’ associazione di professionisti in questo elenco non costituisce in alcun
modo un riconoscimento giuridico della professione da essi esercitata. Questo può avvenire solo a seguito di specifici provvedimenti legislativi riguardanti la professione stessa ( ad affermarlo
è il Ministero dello Sviluppo economico sul suo sito ufficiale: si veda:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/component/content/article?id=2027474:professioni-non-organizzate-in-ordini-o-collegi-elenco-delle-associazioni-professionali.
2. Si evidenzia, come chiaramente espresso in vari punti della legge (cfr. in particolare
l’art.1, comma 4), che possono svolgere l’attività anche i professionisti non iscritti ad alcuna associazione o iscritti ad associazioni non presenti sul sito del Ministero. Il che
significa che non esiste una regolamentazione legislativa della professione di naturopata e che nessun vantaggio, in termini di validità legale o di qualsiasi altro tipo deriva
dall’appartenenza a una delle associazioni incluse nell’elenco.
3. Si ricordi anche che l’art. 2 della legge
recita che tali associazioni professionali “non hanno vincoli di rappresentanza esclusiva (es. possono esistere più associazioni per la stessa attività professionale) nè scopo di lucro”. Ciò
significa che, purché non violino le disposizioni di legge, possono esistere virtualmente decine di associazioni (o federazioni”) professionali di naturopati, ognuna delle quali avente oggetto,
scopi, metodi, caratteristiche completamente diverse.
Ciò significa che non esiste nessuna garanzia per
i cittadini che l’appartenenza di un professionista al una associazione di naturopati garantisca che tale attività sia svolta secondo criteri definiti a livello nazionale e internazionale, e che
ogni associazione può definire la sua naturopatia come meglio preferisce. Manca cioè la garanzia che viene invece offerta dagli Ordini professionali, come quelli di medici o psicologi, che
raccolgono tutti i professionisti abilitati alla professione.
3. “Si sottolinea che l’elenco ha una finalità esclusivamente informativa e non un valore di
graduatoria o di rilascio di giudizi di affidabilità da parte del Ministero dello Sviluppo economico”. E’ quindi un illecito pubblicizzare la propria attività come avente caratteristiche di
riconoscimento o abilitazione professionale a norma di tale legge.
4.
5. La legge 4/2013, agli articoli 6 e 9, prevede
anche la possibilità per il singolo professionista, iscritto o meno ad una associazione, di ottenere, da un organismo accreditato dall’ente unico nazionale di accreditamento, che in Italia è
ACCREDIA, la certificazione di conformità ad una “norma tecnica” relativa all’esercizio della professione.
Tali norme, di carattere volontario, vengono
elaborate dall’ UNI (Ente Italiano di Unificazione). Per consultare un elenco delle norme tecniche UNI relative alle attività professionali comprese nella legge 4/2013, è possibile collegarsi al
sito UNI, dove è anche possibile avere maggiori dettagli sul ruolo della normazione tecnica e sulle sue modalità di adozione. Si osservi come tale certificazione non è assolutamente obbligatoria
e neppure è accessibile soltanto a coloro che facciano parte di una associazione. Quindi, il preteso obbligo di appartenenza a una associazione o federazione di naturopati ai fini di tale certificazione (facoltativa) è affermazione falsa e penalmente perseguibile.
6. Il sito ufficiale del Ministero dello Sviluppo
economico risponde anche alla domanda se l’iscrizione di una associazione nell’elenco di cui al comma 7 costituisce “riconoscimento” dell’associazione stessa.
“NO, l’elenco ha una finalità esclusivamente
informativa e non un valore di graduatoria o di rilascio di giudizi di affidabilità da parte del Ministero dello Sviluppo Economico”. Quindi, l’inserimento in tale elenco non attribuisce
all’associazione alcun valore, validità legale, diritto o qualifica superiore a quella di scuole e associazioni che rifiutano di essere inserite in tale elenco (come avviene, infatti, per la
stragrande maggioranza di esse).
7. Per quanto riguarda le cosiddette “norme
tecniche elaborate dall’UNI”, il sito del Ministero dello Sviluppo economico dichiara ufficialmente che esse costituiscono solo dei principi e criteri generali che disciplinano l’esercizio
autoregolamentato della singola attività professionale e ne assicurano la qualificazione.
Quindi, non esiste alcuna regolamentazione legale
diretta dell’attività professionale di naturopata, perché questa è lasciata a tutte le associazioni e federazioni di naturopati che facciano parte
dell’elenco, ognuna secondo i suoi criteri e non in base a criteri stabiliti dalla legge a livello nazionale come avviene per gli Albi professionali.
8. Da ultimo, il Ministero dello Sviluppo
economico ribadisce che la certificazione di conformità del singolo professionista alla norma UNI NON E’ collegata all’appartenenza ad un’associazione. Entrambe costituiscono una libera
scelta del professionista e possono coesistere o meno nella stessa persona. Resta libera la facoltà, da parte di un’associazione professionale, di richiedere quale requisito aggiuntivo per i
propri iscritti la certificazione a una norma tecnica uni, ove esistente.
In conclusione, non è solo il parere della
stragrande maggioranza delle scuole e delle associazioni che si occupano di didattica e formazione in materia di naturopatia a ritenere che solo ed
esclusivamente una legge dello Stato potrà in qualche modo regolamentare la professione di naturopata, ma è la legge stessa che lo ribadisce.
Nessuno impedisce a chiunque di
iscriversi ad una associazione che faccia parte dell’elenco di cui alla legge n° 4 del 2013, ma si ricorda che, in mancanza di regolamentazione
legislativa, la frequenza triennale a scuole dai costi esorbitanti e il versamento annuale di quote di iscrizione a tali associazioni di categoria sono del tutto inutili ai fini del legittimo
svolgimento dell’attività di naturopata.
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RIASSUMENDO
Ripetiamo: qualsiasi professione può essere
esercitata (nel rispetto della legge e della normativa fiscale) indipendentemente dal fatto che essa sia riconosciuta da enti, comitati, federazioni o altre organizzazioni, anche
pubbliche.
Tutti gli istituti di formazione naturopatica in Italia non possono rilasciare un "Diploma" in naturopatia
riconosciuto dallo Stato; bensì un attestato in Naturopatia. Ciò è dovuto dal fatto che non vi è una legge nazionale che Istituiscca Pubblicamente la
Professione.
Ai fini dell'esercizio della
professione in naturopatia,
allo stato attuale delle leggi, Qualsiasi
'Attestato in naturopatia rilasciato da qualsiasi realtà formativa permette, in egual misura amministrativa e giuridica, l'esercizio della Libera
Professione. Trattandosi di Professione NON ORGANIZZATA in Albi
Ma io posso lavorare?
È la domanda che un qualsiasi operatore DBN si pone . La risposta è sì! Anche senza essere iscritto ad una Associazione Professionale, non essere in possesso di un attestato di competenza, non
essere certificato sulla base di una norma tecnica UNI. E tutto ciò perché sancito dalla Costituzione italiana e rinforzato dalla nuova Legge
n° 4 del 2013. Gli Operatori del
Benessere possono lavorare senza problemi semplicemente riportando sulle fatture la dicitura “Libera professione ai sensi della Legge 14.1.2013 n. 4”, o altre simili. L’adesione ad
una Associazione Professionale è su base volontaria.